4 dicembre 2013

di Emozioni. di Paure. di Compassione e di Accettazione

Più facilmente che in passato
oggi diventa possibile ridefinire il significato della nostra esistenza,
stabilire nuovi modelli di comportamento,
riscrivere la nostra vita.

Per fare questo è necessario prestare attenzione alle emozioni e alle relazioni interpersonali nel processo di crescita individuale. Se si è in contatto con le nostre emozioni, se lavoriamo sul significato delle relazioni che noi costruiamo, si può ritrovare la propria essenza, riscoprire chi siamo. Una delle emozioni che più di tutte ostacola l’evoluzione personale è la paura. Un sentimento che nella nostra cultura veste maschere assai diverse: paura dei rapporti amorosi, paura di non valere, paura di non riuscire a soddisfare impegni e responsabilità. Quando giudichiamo qualcuno, cos’è che in realtà esprimiamo, se non paura? Paura che quella persona possa dimostrarsi migliore di noi, che potremmo non essere all’altezza, che potrebbe aver ragione. Quando notiamo che la rigidità è dominate in un rapporto, qual è il suo modello implicito? E’ di nuovo la paura, la paura di cambiare. Queste paure, da noi custodite, portano con loro una carica emotiva che ci farà attrarre nella nostra vita proprio le cose che più temiamo. Quanti rapporti di lavoro abbiamo stabilito con persone che ci controllano o sono rigide? Quante storie d’amore abbiamo costruito con le stesse caratteristiche? Nelle nostre storie d’amore, nella vita professionale non facciamo altro che rivivere proprio quei modelli che ci piacciono di meno. Questo accade perché abbiamo con il tempo sviluppato una carica emotiva nei confronti di determinate paure o modelli comportamentali che poi fungono da potente magnete per attirare verso di noi proprio quelle persone e quegli eventi che più detestiamo. Il motivo? E’ molto semplice: solo così potremo confrontarci con esse e guarire.
E in questo I sette specchi Esseni ci possono aiutare.
Gli Esseni, ben 2500 anni fa, identificarono forse meglio di chiunque altro il ruolo dei rapporti umani, riuscendo a dividerli in 7 categorie: 7 misteri corrispondenti ai vari tipi di rapporto che ciascun essere umano avrebbe esperimentato nel corso della sua vita di relazione.
Gli Esseni li hanno definiti “specchi” e ci fanno ricordare che in ogni momento della nostra vita la nostra realtà interiore ci viene rispecchiata dalle azioni, dalle scelte e dal linguaggio di coloro che ci circondano. I sette specchi esseni ci rimandano fedelmente al momento presente, mostrandoci che tipo di energia emaniamo oppure se e come giudichiamo il prossimo. Chiariscono perché ci innamoriamo, o perché abbiamo un dato tipo di rapporto con i genitori. Infine, ci guidano nella percezione del sé svelando il modello ideale di perfezione che ci costringe entro schemi predeterminati. Nella prospettiva degli specchi esseni, i rapporti umani acquistano un forte interesse evolutivo poiché noi stabiliamo rapporti con gli altri proprio per creare pensieri, sentimenti ed emozioni che ci permettano di conoscere noi stessi e i rapporti con gli altri.


Spesso ci muoveremo in molti specchi simultaneamente
perché siamo maestri e lo diventiamo sempre di più in questa vita.
Nel passare attraverso gli specchi, noi procediamo attraverso la nostra vita.

Quando ci permettiamo di sentire, di provare il sentimento in prima persona e di aprirci ad emozioni scevre da sentimenti negativi, allora sappiamo che stiamo lavorando per ancorare in noi stessi e nel pianeta una vibrazione guaritrice:

la compassione
intesa come armonizzazione di emozione, pensiero e sentimento.
Pensiero senza attaccamento al risultato;
Sentimento senza distorsione;
Emozione senza carica.
Affinché la compassione possa essere realizzata in pieno, deve essere affiancata da un altro potente strumento: il dono della benedizione, intesa in senso molto laico, slegato da qualsiasi religione o scuola esoterica. Ammettere la possibilità che ogni evento della nostra vita, sia esso gioioso o doloroso, abbia origine da una fonte unica. Nel momento in cui benediciamo un evento che ci ha feriti o una persona che ha causato dolore o sofferenza, affermiamo la natura divina o sacra (o se volete universale) di ciò che è accaduto. In questo modo, anche gli accadimenti più dolorosi, acquistano improvvisamente un’altra luce.
Come raggiungere l’obiettivo così impegnativo dell’accettazione?
E' tempo di diventare, di cominciare a trasformare positivamente la nostra vita. Solo in questo modo potremmo riappropriarci del potere personale e condurre un’esistenza soddisfacente e creativa, non più come vittime di qualche oscuro meccanismo diabolico, ma come cocreatori della nostra stessa esistenza.



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