9 agosto 2014

Nel Parto: le Memorie del Corpo


Care Donne


care Mamme che avete dato nuovamente alle Luce,
attraversando mari impetuosi,
deserti che parevano senza fine,
a volte sprofondando in profondi abissi
ma con la tenacia che solo una Donna Creatrice può avere,
questa è per voi:

RISTRUTTURARE LA MATRICE CEREBRALE E LA MEMORIA CELLULARE
Di Ostetrica Elena Cecchetto

La vita ci è arrivata tale e quale com’era nelle origini dei mari primordiali, ossia attraverso la divisione cellulare. All’inizio della sua esistenza l’embrione umano attraversa questi stessi stadi di sviluppo, ogni cellula conosce il suo divenire e la sua destinazione, è portatrice di questa saggezza. Esiste una relazione fra struttura cellulare e frequenze cosmiche, es. la teoria di Masaru Emoto dell’acqua che, sottoposta a diverse frequenze cambia la struttura cellulare.. Disturbare l’ordine naturale con campi elettromagnetici o microonde veleni presenti nell’ambiente, droghe, medicine o additivi alimentari ha un effetto dannoso sulla struttura della cellula. Anche i nostri pensieri e le nostre azioni generano una frequenza.
E così sia gli stimoli positivi che negativi vengono impressi in ogni cellula dell’embrione. Il cervello in formazione si sviluppa adattandosi a tali impulsi ed il bambino sviluppa così una matrice cerebrale corrispondente all’ambiente in cui nascerà. Questa Matrice cerebrale influirà sul comportamento sociale dell’umano in crescita. Ogni cellula ricorda il vissuto di questa fase di sviluppo.
Ma ora vediamo come si sviluppa il cervello umano durante la vita intrauterina
I neuroni sono alla base dei nostri pensieri e tra di loro si formano le sinapsi. A partire da una reazione chimica si crea un collegamento, in base quindi agli stimoli percepiti, sia quelli traumatici che quelli piacevoli. I neuroni e le sinapsi rendono possibile più tardi il flusso di pensieri ed informazioni collegando il cervello con la storia della vita, una storia registrata in ogni cellula del corpo. Se questa storia è troppo dolorosa per l’anima questo flusso viene impedito, questo ha anche ripercussione sul flusso dei sentimenti.

Prof. Dr. Gerald Hutler Neurobiologo e ricercatore dello stress afferma:”
Il nascituro è il portatore di una matrice cerebrale programmata in base al suo vissuto intrauterino determinante per tutta la sua vita. Gerald Hutler dice però anche che questa matrice cerebrale può essere sciolta e riprogrammata in occasione di importanti emozioni come per esempio in storie d’amore o in crisi esistenziali”.

La psichiatria moderna ha ampiamente sottovalutato l’effetto del trauma della nascita nello strutturare la vita successiva. La medicina Occidentale sostiene che la corteccia cerebrale del feto non è ancora mielinizzata e, di conseguenza, non può conservare la memoria del trauma della nascita. Tuttavia esperimenti con organismi unicellulari hanno dimostrato che la memoria (risposta condizionata) non richiede un cervello o un sistema nervoso complesso. Poiché tali studi dimostrano che una singola cellula può conservare memoria, la memoria cellulare umana può essere almeno una possibilità teorica. Nascere è la minaccia alla vita più precoce, e forse più traumatica, che un essere umano sperimenta. E’ una crisi di sopravvivenza per ogni essere umano. E’ la prima esperienza di morte e rinascita del nostro organismo. Effettivamente completiamo il nostro tempo (moriamo) come feti e cominciamo una vita (nasciamo) come neonati che respirano, delle creature molto diverse. Nascita e morte sono strettamente legati. Durante questo difficile passaggio la sopravvivenza del feto può subire vari gradi di minaccia.
Il feto è collegato fisicamente alla madre, ed anch’essa sta sperimentando questa minaccia della vita. Grazie alla biochimica delle emozioni ed al legame placentale, il feto sperimenta tutto ciò che fa la madre durante il suo passaggio di nascita. Ecco che l’avvenimento che più di ogni altro permette di sciogliere e riprogrammare la matrice cerebrale è la nascita stessa, la nascita è l’avvenimento della vita con maggiore intensità emozionale, evitando quindi medicalizzazione, stress, separazione è quello che più di ogni altro permette di sciogliere, decondizionare ed allargare la matrice cerebrale. Questo avviene però a condizioni che i dolori dei traumi passati come quelli prenatali e natali possano essere espressi emozionalmente. Tutto ciò implica un sostegno caloroso ed accogliente nella fase dell’imprinting che se viene a mancare porterà a consolidare ulteriormente la vecchia struttura. Lo stesso vale per la matrice cerebrale della madre e addirittura del padre se presente, il contatto multisensoriale con il nascituro è sorgente di grande gioia per i genitori ma il parto risveglia anche il dolore rimosso collegato alla propria nascita, alla separazione, alle carenze eventualmente subite ed anche il dolore di eventuali nascite traumatiche di precedenti figli. Quando l’espressione di questo dolore non trova spazio si consoliderà la vecchia matrice cerebrale e la madre con grande probabilità soffrirà di depressione post partum mentre il padre, sentendosi in concorrenza con il bambino, diventerà geloso. Se accompagnati da una persona saggia come per esempio un’ostetrica i genitori posso più facilmente rivivere ed esprimere emozionalmente il proprio dolore, possono così integrare il proprio bambino interiore che ha sofferto, allora si apre la porta della gioia e della sensibilità nei confronti dei bisogni del neonato.

Grof, S. Oltre il cervello,. Cittadella Editrice, Assisi, 1988
Cit. Willi Maurer e Claudia Panico, psicologa e psicoterapeuta.

Grazie Elena per questo prezioso contributo
Grazie Silvia, empatica compagna in questo Percorso

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